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2009.04.14. 21:31 Idézet
Zita&Tamás

Szióka! Gratulálunk a kislányodhoz, remélem még az idén meg tudunk Titeket látogatni és babázni :-) Jó egészséget! Millió puszi


2009.02.22. 22:47 Idézet
iq teszt

2009.02.21. 22:13 Idézet

Mamoiadai Karnevál Mamoiada  - Nuoro
2009. február 3-5.
 
A Mamoiadai Karnevál Szardínia egyik leghosszabb múltra visszatekintő népünnepélye. A Karnevál során a közösség minden tagja összegyűlik a főtéren, hogy tradicionális táncokkal és hagyományos szardíniai, Mamuthones és Issohadores jelmezes felvonulással ünnepeljen. A “Juvanne Martis Sero” jelmez feltűnése jelzi a Karnevál végét. Húshagyó kedden ezt a bábút egy kocsira teszik és a város férfi tagjai végighúzzák az utcákon szomorúan énekelve, megsiratva halálát. A rítus végeztével a Fő téren és a város utcáin minden résztvevőnek alkalma nyílik a helyi étel- és italkülönlegességek megízlelésére.


2009.02.05. 17:15 Idézet
Petya aka Lepedő

Király az oldal mint Jockey Ewing! Gratula!


2009.01.27. 23:59 Idézet

Szia Ágica! Reméljük jól vagytok, jó egészségben és boldogságban! Sokat gondolunk Rátok! Sok puszit küldünk! Zita&Tamás


2008.12.01. 20:02 Idézet


2008.10.15. 15:24 Idézet

Szia Ágica! Van egy új weblapunk, nézz bele :-) www.kisstomi.gportal.hu


2008.08.19. 23:43 Idézet

Sziasztok!

2008 november környékén Egyiptomi túra! Érdekel? Ha igen írd meg az igényeidet, hotellel, ellátással, kirándulásokkal kapcsolatban a tyzacska@yahoo.com

mail címre

 

Zita


2008.07.10. 23:36 Idézet

Szióka, GRATULÁLUNK :-) ha megvan az eredmény mindenképpen értesíts minket

Zita és Tamás


2008.03.03. 22:47 Idézet


2008.02.15. 14:10 Idézet

I Nurraghi

 

La Sardegna è una terra di rocce antiche e di culture millenarie che hanno lasciato i loro segni possenti di civiltà: i nuraghi, le costruzioni megalitiche risalenti a più di 3.000 anni fa. 

Fortezze inespugnabili, ma anche probabilmente luoghi di culto, che hanno resistito nei millenni a Cartaginesi e Romani, offrendo un sicuro rifugio al popolo dei superbi pastori guerrieri.

I nuraghi oggi si offrono in tutto il loro mitico splendore; aprono i loro segreti fatti di pietre immense perfettamente sagomate, pozzi sacri, torri difese da feritoie, bastioni e cinte murarie inattaccabili dagli assalti dell'ariete, prodigi di ingegneria e di tecniche di costruzione.

E' possibile visitare, in un tour appassionante, le maestose testimonianze di una civiltà superba: Su Nuraxi di Barumini, Genna Maria a Villanovaforru, Serra Orrios a Dorgali, Santu Antine a Torralba, Palmavera ad Alghero, Arrubiu ad Orroli, Losa ad Abbasanta. Una visita guidata che sembra snodarsi attraverso i millenni, uno dei grandi patrimoni dell'archeologia mondiale a portata di mano.

 

 
 

Sopra: "SU NURAXI" di Barumini, forse il monumento più conosciuto e importante della Sardegna, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco.

 

Quasi un millennio è durata la civiltà nuragica(1800-1000 a.C.) che prende nome dal nuraghe, monumento a torre caratteristico ed emblematico, ancor oggi, dell'isola. Cominciò con la prima età del Bronzo e finisce con l'apparire della civiltà del Ferro.

 

 

Intorno al 1800 a.C., all’alba dell’età del bronzo, misteriosamente fiori’ una nuova civiltà, quella nuragica che, a giudicare dalle imponenti torri di pietra, i nuraghi, di cui l’isola è disseminata e con la raffinata fattura dei bronzetti realizzati con la tecnica della cera persa , raggiunse livelli organizzativi e artistici molto complessi .

 

 

 

 

A fianco:bronzetto nuragico raffigurante un eroe o un demone con quattro occhi e quattro braccia (Museo archeologico di Cagliari).

       
  Con la sua grande architettura il nuraghe rappresenta uno dei fenomeni più straordinari dell'antico mondo mediterraneo. La civiltà che lo espresse, traendo simboli e umore dalle precedenti culture dell'età del Rame, attraversò diverse fasi di sviluppo e crebbe fortemente e originalmente per virtù propria e anche per i rapporti, diversificati nei modi e nelle stagioni, con popoli e culture europee e mediterranee (tra queste ultime coi Micenei).  
  In ogni passaggio del lungo cammino visse libera e indipendente, anzi si può dire che quello dei nuraghi fu l'unico e vero momento di autodeterminazione politica, di storia nazionale dei Sardi. La costellazione di oltre settemila nuraghi(fabbriche di uso militare e di vita civile) rappresenta il massimo sforzo socio-economico e il più razionale risultato di assetto territoriale di cui sia stato capace l'ingegno locale nei lunghi secoli del suo impegno urbanistico. Nuclei e aggregati abitativi sorsero e si organizzarono coltivando in comunità i suoli coltivati, presso quasi ogni nuraghe. Nella semplice torre questo era il presidio dei beni agricoli e pastorali e anche delle risorse minerarie nelle zone metallifere.

 

 

Nuraghe "LOSA" ad Abbasanta

 
   

 

Secondo alcuni storici l’arrivo dei navigatori della terra di Canaan indusse i nuragici a trasformare le monotorri isolate su alture fortezze castello i cui esempi più significativi  sono il complesso “Su Nuraxi di Barumini , il Nuraghe di S.Antine e il villaggio di Genna Maria  a Villanovaforru .

Intorno alla torre principale ne vennero edificate altre collegate da mura ciclopiche ; fuori dalla cinta sorgevano i villaggi di capanne , anch’esse in pietra che potevano raggiungere il numero considerevole di 200.

Interno del nuraghe "IS PARAS" di Isili, uno dei meglio conservati dell'isola, dove si può ammirare la copertura "a tolos" tipica tecnica costruttiva dei nuraghi.

 
   

La società nuragica presenta molte somiglianze con quella achea descritta da Omero: a capo dei piccoli stati c’era un re pastore che governava affiancato dal consiglio degli anziani . Egli deteneva il potere politico, religioso, militare sui suoi sudditi divisi nelle classi sociali dei nobili, dei sacerdoti e della plebe.

 
  Nella struttura articolata in plurime torri (dalla figura di castelli) collegata in sistema, il nuraghe fungeva da caposaldo difensivo degli interessi correlati e superiori di cantoni(o distretti) politico-amministrativi il cui governo si affidava a leader tribali o a monarchi. Risaltano per complessità strutturale, grandiosità di forma, intrico di vani coperti a cupola collegati, talvolta, da spettacolari corridoi, i nuraghi Su Nuraxi-Barùmini, Santu Antine-Torralba, Losa-Abbasanta, Nolza-Meana.    
      Il nuraghe di "PALMAVERA" ad Alghero, con intorno i resti del villaggio.

2008.02.15. 14:06 Idézet

Domus de Janas

In Sardegna, una delle terre più antiche d’Europa, nel periodo Neolitico si svilupparono civiltà piuttosto evolute, indicate col termine di culture, di cui sono state ritrovate numerose testimonianze.

 
 

Montessu: ingresso di una "domus"

  Nella fase centrale del neolitico (4300-3000 a.C.) gruppi umani, già viventi in caverne, introducendosi dal mare verso l’interno, passarono a costruire capanne per abitare, a scavare tombe nella roccia (dette in lingua sarda “domus de janas”= case di fate), corredando i morti di oggetti talora preziosi.

Le domus de janas, viste come tante piccole aperture allineate che paiono le porte di altrettante case, sono ritenute dalla tradizione popolare le dimore di piccole fate, che tessono stoffe d’oro in telai d’oro.

 
 

Si tratta, in realtà, di necropoli prenuragiche formata da stanzette a pianta tondeggiante ricavate dalla roccia o, come nel caso di S.Andrea Priu vicino a Bonorva, di strutture piu’ complesse  in cui la presenza di un corridoio all’aperto che confluisce in un altro grande colonnato svela la funzione di tempio in cui i protosardi si recavano, 

 

Interno di una domus della necropoli di Sant'Andrea Priu

A sinistra: rappresentazione della "dea madre"

 
non solo a rendere omaggio ai loro morti,  ma anche  a pregare la potente Dea Madre ed il Dio Toro di cui sono state ritrovate numerose statuette votive. 

 

 

Sezione della struttura di una domus de janas

 

  L’interno di alcune tombe presenta particolari architettonici  quali porte, travature, focolari che, riproducendo le dimore dei vivi, dimostrano inequivocabilmente la fede in una vita ultraterrena e una rinascita del defunto.  
  Nel periodo successivo del neolitico recente (3000-2400 a.C.), crebbe l’economia produttiva (rivoluzione agricola), con la più estesa diffusione dei gruppi e gli scambi tra di loro e con i paesi esterni del Mediterraneo; ne nacque un sistema di organizzazione sociale avente a base il nucleo familiare. Le comunità si aggregarono in villaggi con servizi essenziali e codificano tipi tombali, che ora assumono aspetto monumentale.

Qui sopra: esempi di "protomi taurine", motivi culturali incisi o dipinti nelle domus de janas, simboleggianti la divinità maschile.

 
  A destra: Interno istoriato di una tomba della necropoli di Montessu

In particolare, sono di grande suggestione gli ipogei, composti in “cittadelle dei morti”, che riproducono le abitazioni con i dettagli di rifinitura architettonica degli interni e con le decorazioni simboliche figuranti schemi di teste e di corna taurini e di ariete (animali sacri), silohuettes della divinità femminile e altri motivi lineari 

   
    simbolici graziosamente composti in scultura e pittura, su pareti, pilastri, porte e soffitti: si distinguono i complessi di ipogei di Anghelu Ruju (Alghero), Mandra Antine (Thiesi), S.Andrea Priu (Bonorva), Montessu (Villaperuccio).

A sinistra: la famosa domus "Roccia dell'elefante", scavata all'interno di un imponente blocco di trachite eroso dalla natura, che gli ha conferito questa singolare forma.

Interno della necropoli di Anghelu Ruju

 

2008.02.15. 14:02 Idézet

Nel corso della dominazione bizantina, i sardi, come abbiamo già visto, sempre più abbandonati a se stessi, soprattutto nel momento del maggior bisogno, vedi incursioni arabe, avevano poco per volta maturato una loro autonomia che si rafforzò ancora di più, quando i quattro luogotenenti dello Judex bizantino, furono delegati a difendere le coste dalle scorrerie degli Arabi. Per suo conto lo judex bizantino, si era ormai staccato dal potere centrale, rendendo ereditario il proprio potere. Durante il X secolo, a loro volta i luogotenenti diventarono essi stessi judices, facendo propri i privilegi che erano stati dello Judex. I territori da loro amministrati, furono chiamati giudicati: Cagliari, Arborea, Logudoro o Torres e Gallura,  diventarono veri e propri regni, con confini, leggi e lingue nazionali.

     Quello dei giudicati fu un periodo di notevole sviluppo in tutti i campi nella nostra Isola, non solo nel campo economico, ma anche in quello culturale e artistico. Barisone I, giudice di Torres chiese ed ottenne, dall'Abate di Montecassino l'invio nell'isola dei monaci benedettini affinché, portassero in Sardegna le nuove tecniche nelle colture agricole. La presenza dei monaci benedettini darà un forte impulso alla lavorazione della terra, ma anche alla erezione di edifici sacri. Ancora oggi chi guarda il paesaggio sardo, vede che esso è caratterizzato dalla presenza di un gran numero di edifici sacri di stile romanico.
    Sempre in riferimento al diffondersi del cristianesimo nella nostra isola, è da ricordare che già nel 417, esisteva ed esiste tuttora in territorio di Sassari la chiesa di San Michele in Plaiano, con allora l'annesso Monastero dove risiedevano i monaci d'Egitto giunti dalla Tebaide. Da questo monastero dipendeva quello di San Bonifacio, governato da monache dello stesso ordine e posto, anch'esso, nelle vicinanze di Sassari.
    Tutta questa lunga premessa, perché malgrado i lunghi abbandoni, le scorrerie incontrollate degli Arabi ( è di questo periodo l'abbandono da parte dei sardi delle città costiere, per rifugiarsi nell'interno, dove più facile era organizzarsi a difesa), in quei secoli lentamente, ma progressivamente, si espandeva la fede cristiana. E' di quell'arco di tempo che la religiosità sarda, si esprime nelle forme architettoniche del romanico. Ed è in quello stile, che nei secoli seguenti (XI-XIII), vennero erette in tutta l'isola un gran numero di chiese. Molte di queste chiese, legate anche ad un uso sapiente delle pietre con cui vennero costruite, sono rimaste inalterate nel tempo, altre hanno subito alterazioni varie nei secoli che seguirono.
 


Le foto inquadrano la Basilica di Saccargia a Codrongianus (SS)

 
    Fra tutte le chiese erette in quei secoli, sembra opportuno menzionare la Basilica di Saccargia, su cui ritorneremo, mentre ci piace qui ricordare le altre chiese sorte in quel periodo, presso Borutta il complesso benedettino di San Pietro in Sorres, edificato da maestranze pisano-pistoiesi. Su di una dolce collinetta, ad una trentina di km da Sassari, sorge la basilica di Santa Maria del Regno, in cui i giudici di Torres giuravano fedeltà al popolo, alla presenza delle autorità religiose. In un borgo di origine medievale, Bonarcado, che ospitò un convento camaldolese fu edificata in stile romanico la chiesa di Santa Maria, in parte rimaneggiata nei secoli successivi, si affaccia ora, con la sua mole, sulla strada principale.
    A Porto Torres la basilica di San Gavino fu costruita tra il 1065-1111 da maestranze pisane. Molto del materiale con cui è stata edificata fu prelevato dagli antichi ruderi di età romana. La basilica di San Gavino è caratterizzata da due absidi ed è di una bellezza e imponenza mozzafiato.
     A Santa Giusta le maestranze pisane, si servirono in gran parte di materiali prelevati dal poco distante villaggio punico di Tharros, per edificare la cattedrale di S.Giusta; prima che la superstrada escludesse l'attraversamento sia di Oristano che di S.Giusta, chi si recava a Cagliari, ne poteva ammirare l'imponente mole sulla sinistra della strada.
Ricordiamo la chiesa romanica di Sant'Agata a Quartu Sant'Elena; la chiesa di Sant'Efisio a Nora a Iglesias nella cui piazza centrale, una delle più belle dell'isola, si affaccia la chiesa di Santa Chiara, dalla facciata romano-gotica che fu fatta edificare dal Conte Ugolino; al suo interno la chiesa custodisce un altare barocco in legno di ginepro e una campana fusa da Andrea Pisano. Dall'altra parte dell'isola, verso Cala Ginepro e Cala Liberotto, tra verdi pinete, presso il fiume Cedrino, la chiesa di Santa Maria 'Mare; edificata per volere di mercanti pisani, si erge al limitare di un canneto, tra palme nane, oleandri, rosmarino e ginestre.
    A Cagliari la cattedrale di Santa Maria, anch'essa sorta ad opera dei pisani XII-XIII secolo, ha subito vari rifacimenti; al suo interno si può ammirare un pulpito che scolpito per la cattedrale di Pisa fu dai pisani donato a Cagliari. La bella chiesa romanico-gotica di Sardara e tante altre di cui sarebbe arduo qui fare menzione.
    Ma ritorniamo, dopo una breve e certamente incompleta storia isolana, di cui abbiamo soltanto voluto fare qualche breve cenno, perché ci sembrava essenziale, per parlare della religiosità del popolo sardo che si è manifestata, cosi come abbiamo visto nei secoli con la edificazione di una miriade di cattedrali romaniche. per non abbandonare più questo tema, e parlare ora della Santissima Trinità di Saccargia che sorge nel comune di Codrongianus a circa 16 km da Sassari. Celebre monumento in stile romanico-pisano del XII secolo in pietre bianche e nere; il nome deriva dal sardo "s'acca argia", la vacca pezzata. Secondo una leggenda, sul luogo in cui poi sorse la Basilica, una vacca era solita inginocchiarsi ogni giorno, ed in quel luogo una nobildonna del luogo volle fosse edificata la Basilica. Fondata dai frati camaldolesi tra il 1112 e il 1116, fu completata qualche anno dopo da maestranze pisane di cui porta inconfondibile l'impronta. L'interno è ad una sola navata ed è caratterizzato all'esterno da una facciata con archetti e rosoni e da un ampio porticato costruito in epoca successiva di stile lombardo del XIII secolo. All'interno, nell'abside, sono presenti affreschi di connotazione bizantina. Il Campanile, imponente con la sua mole di 40 metri, mantiene la successione dei conci bianchi e neri, completando un meraviglioso complesso assai ben equilibrato architettonicamente. La mole imponente della Basilica sorge su un promontorio a margine della strada per Olbia; la Basilica è tuttora consacrata e vi si officiano messe e celebrano matrimoni. Un guardiano ne facilita l'accesso tutti i giorni.

2008.02.15. 14:01 Idézet

I romani sovrapposero le loro città a quelle dei cartaginesi, che a loro volta le avevano sovrapposte a quelle dei fenici; fondarono nuove città, tra cui Turris Libisonis al Nord, l'attuale Porto Torres e nell'interno Gerulis Vetus l'odierna Padria e collegarono le città costiere con quelle dell'interno con una fitta rete di strade.

     Nel 456 d.C. i Vandali, di ritorno da una scorreria sulle coste del Lazio, conquistarono Karalis e gli altri centri costieri dell'isola, senza che l'ormai decaduto Impero Romano d'Occidente opponesse la benché minima resistenza.     Tuttavia, malgrado il colpevole abbandono nel quale i Vandali precipitarono l'isola, Genserico  che quantunque convertito al cristianesimo, era seguace di Ario, si può sostenere che diede nuovo impulso all'espandersi del cristianesimo in Sardegna, trasferendo nell'isola numerosi vescovi cristiani d'Africa, perseguitati per la loro fede, tra cui Fulgenzio di Ruspe ed altri, risvegliando questi, con la loro fede, quel sentimento cristiano che durante il dominio dei Vandali, col degrado delle città, si era affievolito, anche per il rinvigorirsi delle sempre indomite genti della Barbagia  che aveva favorito un ritorno al paganesimo. 
    Tuttavia, non è da trascurare che già durante la dominazione romana la fede cristiana si era andata diffondendo nell'isola,  vuoi con la deportazione degli schiavi destinati "ad metalla", cioè all'estrazione dei minerali dalle miniere, vuoi dalle frequentazioni dell'isola da parte di mercanti romani di fede cristiana.  Il primo giorno di maggio del 303 d. C. a Nora fu martirizzato Efisio; l'anno dopo subirono la stessa sorte Simplicio a Olbia, Saturno a Karalis, Lussorio a Forum Traiani, Antioco a Sulci e Gavino, Proto e Gianuario a Turris. 
    Giustiniano, Imperatore d'Oriente, dopo la sconfitta e la cacciata dei Vandali, divise l'isola in "distretti" governati da uno Judex che aveva la sua dimora a Karalis, e che sotto il controllo di un Dux, stanziato a Forum Traini (l'attuale Fordongianus), controllava militarmente la regione. La Barbagia, indomita, cosi come si era sottratta al dominio di tutte le genti che si erano stanziate in Sardegna, dai fenici ai punici, compresi i romani, cosi sfuggi al controllo dei nuovi dominatori, creando, anzi, un regno indipendente, con connotazioni laiche sardo-pagane, che però ebbe vita breve. 
    Anche la dominazione bizantina, che durò circa tre secoli, lasciò l'isola nel più completo abbandono, soprattutto, durante le scorrerie degli Arabi, non dimenticando però di intensificare la pressione fiscale; tuttavia del periodo della dominazione bizantina, sono da ricordare il santuario di Nostra Signora d'Itria e la chiesa di San Saturno a Cagliari in stile bizantino.

2008.02.07. 17:30 Idézet

Kedves Ágica!

Reméljük jól vagytok és a gyerekek is meggyógyultak!

Puszi Nektek!!

Zita és Tamás


2008.01.21. 10:06 Idézet

Hi!

 

Xerintem jobban járnátok ha csinálnátok egy vadonat új IGÉNYES oldalt. Ez egy rakás x...ar. Tele helyesírási,tartalmi, grafikai hibákkal, nagyon gáz. A fiam Windows paintba szebbet rajzol egérrel. Szerintem Szardínia jobb reklámot érdemelne, meg ha ti is adnátok magatokra...no további comment..


2007.12.24. 22:30 Idézet

Kellemes Karácsonyi Ünnepeket kívánunk az Neked, Annácskának, Claudiónak, anyudnak és Jeanpaulonak is! Millió puszik! Zita&Tamás


2007.12.20. 23:23 Idézet

Szia Ági! Ma végre elkészült a lapod, mostmár csak várom az anyagot tőled a bővítéshez. Maddalena, Costa Smeralda, és Castelsardo fotói is felkerültek. Millió puszit küldünk az egész családnak!!! Zita & Tamás


2007.11.18. 09:09 Idézet

Kedves Ágnes!

Egy vendégköyvet bármely látogató vagy látogatni szándékozó szívesen lapozgat.Megtudni belőle valamit, ami segíti a döntésében. Gondolom más is így van ezzel, mint én, hogy ahol már jártam a világban és véletlenül a szemem elé kerül egy hasonló vagy  azt a vidéket visszaidéző fotó örömmel konstatálja, hogy ott jártam. Épp így jártam a minap és nem véletlen, épp szardínia szigetéről volt egy fotó egy naptáron a szemem előtt. A portál jól sikerült, gratulálok.Jó volt veletek 2007-ben!Örvendetes, hogy  egy hazánk lánya ad nekünk pozitív élményeket, történelmi átenkintést és kellemes társaságot. Kívánom, hogy legyen sok munkád és jó egészésget kívánok hozzá! szeretettel: Menkó Teri


2007.11.06. 20:52 Idézet
Szia! Készítettem neked egy bannert, amit majd vendégkönyvekbe betehetsz. Tamás

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